Il teatro fa parte della vita dell’uomo. Esiste da sempre. In ogni parte del mondo.
Eppure, spesso, soprattutto in Italia, viene considerato un’attività per adulti. E la cosa peggiore è che, quasi in maniera implicita, si presuppone che l’uomo diventato adulto possa capire, produrre e fare teatro in modo spontaneo e immediato, come se fosse un dono di natura. E forse lo è. Ma è anche vero che ci sono delle tecniche che, come fossero tradizioni, contraddistinguono il teatro e gli danno ragione di essere. Oppure, al contrario, si evita il teatro come se fosse la peste. Quest’ultimo atteggiamento è dovuto forse ad una insicurezza nelle proprie capacità. Nonché dalle molteplici forme in cui il teatro può prendere vita e che possono spaventare chi non è abituato. D’altronde ognuno ha la sua forma preferita di teatro. Ma questo rifiuto a comprendere un’arte antica quanto la vita deriva anche da una mancanza di conoscenza del teatro e di quanto possa essere belle, di chi lo ha fatto prima di noi, di come lo fatto, dei successi che ha raggiunto e delle sfide che ha vinto.
La cosa peggiore è che anche tra i bambini l’arte scenica è poco diffusa.
Certamente ci sono moltissime associazioni culturali in giro er l’Italia che si occupano proprio di teatro per bambini e, a volte, anche a scuola viene fatta la famosa recita di fine anno. Ma i bambini, quanto conoscono il teatro? Qualcuno gli ha mai spiegato di cosa si tratta e quanto sia antico? E gli hanno mai raccontato di Aristofane, Shakespeare, Goldoni, Wilde, le maschere della commedia dell’arte e tutto il resto?
Io ne dubito.
Nei Paesi anglosassoni, il teatro è una materia scolastica. Ma in Italia, no.
Certo bisogna ammettere che un bambino proverebbe una certa difficoltà se dovesse leggere da solo le opere in dialetto veneziano di Goldoni, oppure se dovesse adattarsi al linguaggio spesso poetico di Shakespeare.
Ma a tutto c’è rimedio.
Infatti, la casa editrice Nuove Edizioni Romane, ha prodotto una serie di libri che raccontano la più alta letteratura mondiale, dedicati proprio ai lettori più giovani.
Per quanto riguarda il teatro, per esempio e per rimanere sempre in ambito strettamente italiano, nel 2000 ha pubblicato (e poi ne ha fatto una seconda edizione nel 2007) il libro “Goldoni racconta. La mia vita. La locandiera. Le baruffe chiozzotte”.
In questo testo, gli autori, Roberto Agostini e Patrizia Rossi, hanno riportato e adattato ad un linguaggio più semplice, 3 opere fondamentali del celebre drammaturgo veneziano: le sue “Memorie”, cioè la sua autobiografia, e 2 delle sue commedie più importanti: "La locandiera" e "Le baruffe chiozzotte".
Per quanto riguarda il testo autobiografico, questo è stato semplificato, riassunto e ridotto in paragrafi: “1707… la famiglia Goldoni”, “1722… studente di legge”, “1725 – 1730… crisi passeggera e primi intermezzi comici”, “1730 – 1733… morte di mio padre e fuga da Venezia”, “1734 – 1735… la compagnia Imer e l’incontro con Vivaldi”, “1736 – 1745… matrimonio con Nicoletta e prime commedie”, “1748 – 1752 … con la compagnia Medebach, tra critiche e trionfi”, “1753 – 1756 … il Teatro di San Luca”, “1757 – 1762… da Roma a Parigi”, “1762 – 1780… la Comédie Italienne e la vita di corte”, “1781 – 1793… le Memorie e gli ultimi lavori”.
C’è da dire anche a tutto questo sono aggiunti dei riquadri esplicativi della sua epoca: “La commedia dell’arte”, “La moda a Venezia”, “Gioco e divertimento”, “Teatro e musica a Venezia”, “La riforma di Goldoni”, “Pro e contro Goldoni”, “Goldoni al lavoro”, “La pittura veneziana del Settecento”, “Goldoni e l’amore per la musica”, “Morte di Goldoni e fine di un’epoca”.
Già fin qui mi sembra un testo fondamentale per la cultura di un bambino/ragazzo e un libro molto interessante anche per quegli adulti che vogliono informarsi su chi sia stato il più grande commediografo italiano senza andare a leggere i 3 lunghi e dettagliati tomi delle “Memorie” scritte da Goldoni.
La restante parte del libro è occupata dal riassunto, o forse sarebbe più coretto dire, dalla trasformazione in racconto, di due celebri opere del commediografo veneto. Probabilmente si tratta delle migliori. Ne scrisse più di cento. Ma “La locandiera” e “Le baruffe chiozzotte” hanno quel qualcosa in più rispetto alle altre.
Anche questi racconti sono divisi in paragrafi.
La locandiera” è divisa in: “Una locanda speciale”, “Un mattino movimentato”, “L’intermezzo del pranzo”, “Un pomeriggio al ferro da stiro”, “Adieu”.
Per quanto riguarda “Le baruffe chiozzotte”, il riassunto, ovviamente è fatto in italiano: “Due famiglie di pescatori”, “Volano pietre in strada”, “Nell’aula delle udienze”, “Un pomeriggio di paura”, “L’interrogatorio”, “Una serata di gran confusione”, “Una tregua provvisoria”, “Una notte di matrimoni”, “L’ultima minaccia e infine la festa”.
“GOLDONI RACCONTA. LA MIA VITA. LA LOCANDIERA. LE BARUFFE CHIOZZOTTE”
di Carlo Goldoni
adattamento di Roberto Agostini e Patrizia Rossi
casa editrice Nuove Edizioni Romane
Roma, 2007
Età consigliata: 9 anni